venerdì 30 novembre 2007

Casette tradizionali di Shirakawago



Domenica 25 Nov, ultimo giorno della gitona.

Ci addentriamo nell'entroterra japanese.

Le Alpi sono vicine e il panorama è molto bello.

Scesi dalla corriera, dobbiamo attraversare questo bel ponte, traballa un po' ma ci fidiamo, siamo in Japan.





Ed ecco la meta del nostro viaggio.

Siamo in un paese-museo di 30 casette datate 2-300 anni fa.

Sono in legno con tetto di paglia, bambu' e corde





Alcune sono tuttora abitate
..e infatti hanno condizionatore e antenna satellitare:)


Quello che piu' ci incuriosisce è l'interno.

Ecco quello della casa del (ricco) capo del villaggio.





La signora in primo piano non è la moglie, ma solo una distinta signora japanese in gita turistica (e un po' sorpresa dal flash)

Come vedete il mobilio era piuttosto.. essenziale.

Pero' le decorazioni alle pareti e il tatami in terra di assoluto pregio.


Questo invece l'interno di un'altra abitazione datata meta' 800





Accendevano il fuoco al centro della stanza.

Ma non avevano canne fumarie come nei nostri camini.

Anzi, quel piano di legno sospeso serviva proprio ad evitare che eventuali fiammate raggiungessero il soffitto, ma cosi' il fumo si spargeva ovunque..

In una casetta poco lontano l'avevano acceso a scopo dimostrativo.

Dopo 4 secondi dentro, avevamo già i polmoni come la marmitta dell'Agila.

Ed infine ecco il soffitto.

E chissà che lavorata prepararlo..




La tre giorni si conclude con un altro lungo (ma almeno senza sorprese) viaggio di ritorno.

Abbiamo visto paesi di pesacatori e di contadini e persino paesi tipici dei tempi passati.

Abbiamo esplorato un Giappone diverso, non cosi' avanzato e industrializzato.

Tuttavia cemento e turisti stanno arrivando anche qui, anzi, l'impressione è che ormai siano arrivati..

giovedì 29 novembre 2007

Penisola di Noto-Hanto



Dopo il lungo viaggio del giovedì e la rilassante giornata al mare del venerdì, sabato 24 siamo di nuovo in formissima.

Partiamo presto alla volta di Noto-Hanto, penisola sul Mar del Giappone.

La zona si presenta ancora ricca di vegetazione, con pochissime abitazioni.

La modernità che caratterizza tutto il Japan sembra non esser arrivata fin qui.


Raggiungiamo Wajima, cittadina principale della penisola, in realtà poco piu' di un paesello di pescatori.

Ecco il porto.

Come vedete la zona è piuttosto povera e le barche non sono esattamente gli yachts di Portofino..







Sfortunatamente non siamo arrivati in tempo per il tradizionale mercato del pesce del mattino.

E' gestito dalle mogli dei pescatori, delle simpatiche vecchine.

Ne riusciamo a scorgere una mentre torna verso casa.

Altezza stimata: 105 cm, una top model.





La costa è molto frastagliata, l'acqua limpidissima.

Se il giorno prima sembrava di essere sulle spiagge vicino le Apuane, stavolta sembra di esser dalle parti di Castiglioncello.

Guardate cosa hanno ricavato, con l'aiuto di un po' di cemento, da una serie di scogli e anfratti naturali.





Eh sì, è proprio una piscina.

E' collegata al mare, con tanto di scaletta e numeri sulle corsie.

Come sono ingegnosi questi japponesi


martedì 27 novembre 2007

Mar del Giappone



Venerdi' 23 Novembre 07, Toyama.

Dopo il lungo viaggio della notte precedente, il venerdi' abbiamo la stessa vitalità di Amin.

Ci alziamo relativamente presto per sfruttare al meglio le (poche) ore di sole.


Un tram super tecnologico ci porta nei pressi del porto e della spiaggia.

La zona del porto, come previsto non si rivela particolarmente entusiasmente, in alcune zone ricorda Marina di Pisa.

La spiaggia invece è decisamente piu' bella, ampia e con alle spalle le vicine alpi giapponesi (si chiaman cosi' veramente).

Hanno vette anche sui 3000m già abbondantemente innevate, ma un po' di foschia le copre leggermente.

Il contrasto con la spiaggia e il mare del Giappone rende il paesaggio piuttosto interassante, ma tutto sommato non troppo diverso dalle nostre spiaggie sotto le Apuane.






Dopo una bella passeggiata rilassante rientriamo in città e subito una curiosità.

Guardate questa con attenzione:





Su quasi tutte le strade, al centro della carreggiata e spesso anche sui marciapiedi, hanno piazzato spruzzini immagino per lavare le strade.

Kilometri e kilometri di tubi sotto l'asfalto con dispositivi ogni metro(!) per creare pozzanghere ovunque.

Incredibile, ma quanti soldi hanno da buttare?


La tranquilla giornata prosegue con una visita al castello.





E' stato completamente ricostruito dopo la 2a guerra mondiale.

La città infatti era stata leggermente danneggiata dai bombardamenti.

Le bombe ne avevano distrutto solo il.. 99.5%.

..e secondo me il rimanente 0.5 l'han tirato giu' subito dopo i vicini di casa invidiosi.


lunedì 26 novembre 2007

Un lungo viaggio



Giovedi' 22 Novembre 07.

Lasciamo l'ufficio per i tre giorni di gitona.

Unico problema è l'influenza che ha colpito Mirco, dall'aspetto sembra abbia febbre alta, ma eroicamente decide di partire ugualmente.

L'itinerario prevede uno spostamento in treno di circa 200km fino a un lago al centro del Japan.
Pernottamento e venerdi' al Lago; successivo trasferimento di altri 200km verso la costa opposta per il sabato e domenica.

Tutto organizzato, Mirco si è occupato dell'hotel al lago, io di quello sulla costa.


Treno in perfetto orario, come previsto scendiamo a Maibara, nei pressi del Lago. Sono le 23.

Saliamo su un treno locale che ci porta nel paesello a fianco, Hicone, dove abbiam l'hotel.

Raggiunto Hicone prendiamo un taxi, l'hotel e' a 3km dalla stazione.

Il tassista rimane sorpreso dalla destinazione, ci chiede conferma 3 volte ma noi annuiamo tranquilli.

Iniziamo a chiacchierare piacevolmente, non ci accorgiamo che il taxi procede spedito ed entra in una specie di autostrada.


I primi dubbi sorgono quando iniziano a non vedersi piu' case e palazzi (ed è la prima volta che ci capita in Giappone)

Consultiamo per sicurezza la mappa, intanto il taxi prosegue spedito lungo una strada deserta...

Ebbene sì.

Sarà stata l'influenza, sarà stata la giapponesina del tavolo ottico a fianco a distrarlo, ma Mirco ha prenotato da un'altra parte!

Il nostro hotel infatti è sì a 3km dalla stazione ma non di Hicone dove eravamo, bensì di Otsu, paesello dall'altra parte del lago.

..e quel paesello è ancora lontanissimo.


Scendiamo alla stazione ferroviaria piu' vicina e salutiamo con un conto da 50 euro il tassista (che trattiene le risate a fatica).


Ore 0.10, ci rivolgiamo al capostazione che risponde:
"Otsu? Ooooooooohhhhh no train".

L'unico treno che ferma in quella sperduta stazione è un locale che ci riporta indietro a Hicone (per l'equivalente di 2 euro contro i 50 in taxi..)


A Hicone la stazione è piu' grande, confidiamo che da lì partano treni per Otsu (e l'hotel).

Ore 0.20, ci rivolgiamo al capostazione di Hicone che risponde:
"Otsu? Ooooooooohhhhh no train".


Cerchiamo un alloggio a Hicone:

Primo hotel:
"Ohhhhhhhh, sorry, full"

Secondo hotel:
"Oooooooooohhhhhhhhhhhhhh, sorry, full"

Terzo e ultimo hotel di Hicone:
"Aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh, sorry, full"

Sono le 0.45.

Cominciamo a pensare di dover dormire su una panchina, ma c'è freschino e Mirco ha l'influenza..


Consultiamo l'orario ferroviario.

C'è un locale verso Maibara (stazione di nostro arrivo al lago) da cui parte un successivo interregionale direzione la costa opposta (dove saremmo dovuti andare il sabato).


E per fortuna, riusciamo a prenderli entrambi al volo.


Eccoci alle 4.30 di mattina alla stazione di Toyama (sulla costa), in formissima.





Per fortuna, nonostante il nostro arrivo anticipato, l'hotel a Toyama ci accoglie senza problemi e alle 5.20 siamo già a letto.

PS: avrei anche un paio di foto scattate a vicenda mentre dormivamo in treno, ma meglio non pubblicarle :)

mercoledì 21 novembre 2007

Nikko (2)



Passati indenni la pagoda, entriamo nell'area del santuario dove sono concentrati la maggior parte dei templi.

Stavolta riusciamo a cogliere notevoli differenze rispetto ai templi visti finora.

Lo stile infatti è originario dell'antica Cina: niente piu' soluzioni semplici e sobrie ma decorazioni e colori vivaci, talvolta eccessivi, ma di sicuro impatto.

Inoltre i templi e le sale sono molto ravvicinati fra loro, quasi attaccati, e non c'è il solito giardino curatissimo a separarli.

Eccone un esempio:





Qui sotto forse riuscite a notare meglio le decorazioni.

In particolare provate a ingrandire l'immagine al centro.





Raffigura un animale che dovrebbe esser un elefante.

Non è che la somiglianza sia perfetta, ma c'è un motivo: lo scultore dell'epoca non ne aveva mai visto uno.


Di fronte anche la celebre raffigurazione delle tre scimmiette (ripresa anche da una recente trasmissione sulla Rai della Ventura).





Indicano "Non sento, non parlo, non vedo"

Vi chiederete cosa ci fanno tre scimmiette mafiose a Nikko.

In realtà la leggenda narra che fossero a guardia del santuario e, in particolare, incaricate di evitare che il chiacchiericcio dei visitatori alla tomba interrompesse il sonno dello Shogun.

Il valoroso Tokugawa infatti, oltre che buono era anche di compagnia: parlava solo di cose che conosceva oppure preferiva guardare lo scorrere del fiume.


Visitiamo altri templi, alcuni davvero magnifici, avrei un sacco di altre foto da farvi vedere..


..ma ora vi devo salutare, domani mattina sveglia presto che poi in serata ci sfrattano ancora dalla guest house.

Purtroppo ci tocca andare per altre 3 notti in hotel:)

Già che dovevamo spostarci, abbiam pensato di prenotare nella parte interna del Japan fino alla costa opposta, quella piu' tradizionale e meno contaminata dalla cultura moderna.


Il tutto pero' è da confermare, Mirco ha preso l'influenza (per forza, non si copre!)

Con la scusa del rimedio della nonna, ho anche cercato di guarirlo col Brandy, ma non ne ha voluto sapere. L'ho dovuto bere tutto io:)

martedì 20 novembre 2007

Nikko (1)



Sabato 17 Novembre '07

E' una bella giornata di sole, e per la prima volta il freddo si fa sentire.

Partiamo prestissimo (considerando che è sabato).

Partenza assolutamente perfetta: sbagliamo una fermata alla metropolitana, perdiamo il treno, aspettiamo 1h e 30m in stazione e finalmente prendiamo un bel treno direzione Nikko, un bel treno ..locale!

Per guadagnare tempo ci eravamo anche organizzati con due tramezzini da mangiare in treno.

Erano buonissimi, quando ne ho buttato un pezzo ai piccioni, me l'hanno rilanciato indietro.


Ma parliamo di Nikko, che il buon Kitayama ci ha ripetuto piu' volte 'you can't miss'.


Mukashi mukashi..

(che vuol dire c'era una volta..)

..un sacerdote buddista di nome Shodo che attorno all'800 vi fondo' un eremo.

L'eremo divenne subito un famoso centro di formazione per monaci.

Attorno al 1600, Nikko fu poi scelto dallo shogun dell'epoca, un tale Iemitsu Tokugawa, come sede di un santuario in memoria del valoroso nonno Ieyasu Tokugawa.

Il valoroso Ieyasu aveva infatti sconfitto tutti i rivali e conquistato il controllo dell'intero Japan.

Ieyasu era tuttavia un uomo buono.

Per esempio, aveva anche fatto uccidere moglie e un figlio perchè in quel momento la perdita dei familiari poteva risultare politicamente vantaggiosa.

Antichi manoscritti riportano i commenti dei giapponesi dell'epoca: "stikatzu!"


Il santuario fu costruito senza badare a spese, con il preciso scopo di impressionare i visitatori.

E devo dire che ha raggiunto l'obiettivo.

All'ingresso subito un giardino niente male.

Siamo fortunati, in questo periodo dell'anno le foglie assumono colori bellissimi.

Al solito forse la foto non rende giustizia, ma e' veramente uno spettacolo magnifico.





Entriamo nel primo dei templi che compongono l'intero santuario.

Contiene tre statue enormi dipinte di un sobrio color oro.

Purtroppo non era consentito fotografarle, ma eccole recuperate da internet:





La prima statua raffigura la dea Kannon, una delle principali divinità buddiste .

Kannon è la dea della pietà e della compassione ed ha la peculiarità di possedere mille braccia.

Pare che il nome della Dea derivi da una antico rito di fratellanza giapponese che talvolta, se gestito con poca moderazione, poteva consentire di vedere anche cose strane o multiple..

La visita al santuario prosegue, passiamo a fianco di una bella pagoda a 5 piani.

La guida dice che è costruita senza fondamenta e con un sistema di pendoli interno che, oscillando opportunamente in caso di terremoto, le conferiscono la necessaria stabilità.

Notevole. Cmq ci teniamo a distanza di sicurezza.

...

lunedì 19 novembre 2007

Tokyo dall'alto..



Eccoci di ritorno da un altro bel weekend, sabato a Nikko e domenica a girovagare per Tokyo.

Oggi vi faccio vedere qualche foto del giretto a Tokyo, piu' precisamente nella zona dei grattacieli di Shinjuku.

Shinjuku l'avevamo già visitato by night, con luci e people in ogni angolo.

Stavolta lo visitiamo in un giorno non lavorativo, tarda mattinata.

La stazione è sempre affollata, ma per le strade la tranquillità è da tempio Zen.


La guida suggerisce di salire al 45esimo piano (quasi in cima) di questo grattacielo chiamato "Metropolitan Government Offices"





Cronometriamo la salita in ascensore: due minuti, ma senza il minimo 'strappo', sembra di esser fermi.


Quando le porte si aprono quasi corriamo verso le vetrate (pulitissime) ad ammirare il panorama.

Provate a ingrandire le due immagini sotto.

Non so se guardando dalle vostre finestre vi capita di vedere:





Dal lato opposto(!) invece si vede questo:




Incredibile, case e palazzi in ogni direzione.

Nelle giornate piu' limpide si vede bene anche il Fuji, ma oggi non siamo abbastanza fortunati.

Guardando in basso invece si 'vede' un mercatino dell'usato:





Scendiamo e visitiamo l'adiacente NS Building, noto per il suo atrio di base 1600 mq e altezza 120m.

Che si presenta cosi':





Notate anche l'albero di Natale (e in sottofondo c'era Pavarotti).

Qui in realtà nessuno è cattolico, ma alberi addobbati son comparsi ovunque nell'ultima settimana.

Notate anche quel ponte interno sospeso là in alto: è a 110m di altezza!

A proposito, è al piano dei ristoranti, dove abbiam pranzato con ottimi spaghetti alle melanzane:)



Come vi dicevo, qui son maniaci nel mettere orologi ovunque.

Per finire quindi vi presento questo modello pratico e tascabile di 29m di lunghezza.

(e il fotografo lì sotto è Mirco!)





sabato 17 novembre 2007

Il grande Buddha di Kamakura



La giornata a Kamakura prosegue con una bella passeggiata immersi nella natura.

Le nuvole sono scomparse e decidiamo di avventurarci lungo un sentiero suggerito dalla guida che collega il tempio appena visitato al monumento piu’ famoso della città, il Daibutsu, ossia il grande Buddha.

Il sentiero si rivela piuttosto insidioso, la pioggia del giorno prima l’ha reso particolarmente scivoloso.

Ma noi siamo attrezzati, almeno quanto Messner prima di una scalata agli ottomila.

Entrambi per esempio indossiamo eleganti Stonefly della festa, l’ideale per attraversare un bosco.

Ecco Mirco impegnato a non sporcarsi.





Dopo circa un oretta e mezza raggiungiamo finalmente la destinazione.

Il grande Buddha è davvero grande, piu’ di 11 metri di altezza per 850 tonnellate.

Scopriamo che anticamente era custodito all’interno di una sala (non certo piccola) poi spazzata via da uno tsunami a fine 1400.

Attorno alla statua del Buddha anche qualche spettacolo tradizionale e qualche bancarella di prodotti tipici.

Notiamo anche una bandiera italiana e una scritta “agli italiani caffè gratis”

Ci avviciniamo incuriositi.

Conosciamo Salvatore, da otto anni in Japan come insegnante di italiano.

Ci offre il caffè poi ci presenta la moglie japanese e le figliolette di 3 e 5 anni che stan vendendo caldarroste.

Come si puo’ evitare di acquistarle dopo che mi ha offerto il caffe?

Lo salutiamo, il caffè era imbevibile, le quattro caldarroste buttate immediatamente nel bidone, e per comprarle gli abbiam anche lasciato l’equivalente di tre euro.

Siamo tuttavia soddisfatti: gli italiani riescono a farsi valere fregando tutti (italiani compresi) anche a 9000 km dall’Italia :)

Ed eccolo, questo è il grande Buddha.





E’ consentita anche la visita all’interno della statua.

Entriamo subito, e ne valeva la pena: sembra di esser dentro una lattina di coca-cola ma con 6000 japponesi che ti spingono per vedere non si sa bene cosa.

Fuggiamo immediatamente anche perché lo stomaco reclama.


Mangiamo una discreta bistecchina in un locale tedesco vicino alla spiaggia.

E’ gestito da una anziana coppia di ex-SS, assolutamente affabili e cordiali.


Qualche nuvoletta si ripresenta minacciosa, ma per fortuna il tempo terra’ fino a sera.

E guardate quanti surfisti in attesa dell’onda.





Anch’io vorrei una bella Honda, ma questa è un’altra storia.


giovedì 15 novembre 2007

Gita a Kamakura



Domenica 11 Novembre 07.

Rispetto al piovoso sabato, il tempo è migliorato.

Qualche nuvoletta maligna persiste, ma si puo' tentare la gita a Kamakura.

Kamakura è un località molto caratteristica a nemmeno un'oretta di treno dalla stazione centrale di Tokyo.


La storia narra che attorno all'anno 1100 si scateno' una furibonda lotta per il potere in Japan che vide soccombere la famiglia Minamoto a favore dei Taira.

La famiglia sconfitta fu sterminata, tutta, tranne un piccolo marmocchietto che riusci' casualmente a salvarsi.

Il piccolo superstite Minamoto, crebbe sano, robusto e bello dentro.

Potrà forse sembrarvi sorprendente, ma pare rosicasse parecchio per la fine subita dai familiari.

Si attivo' per instaurare una fitta serie di amicizie importanti, ottenne anche l'appoggio di una potente famiglia della prefettura di Ceppaloni-Hanto e un bel finanziamento da un progetto FIRB.

Alla fine riusci' a sconfiggere la famiglia Taira e a riconquistare il potere.

Stabili' il suo quartier generale proprio a Kamakura.

Pare l'abbia scelta per le sue notevoli difese naturali: mare su un lato e montagne dall'altro.

In realtà questo è proprio un bel posticino, ha avuto buon occhio il giovane Minamoto.

Kamakura divenne cosi' la capitale del Japan per piu' di un secolo.

Si costruirono templi e statue e ancora oggi è una delle mete piu' rinomate della nazione.


La nostra visita inizia da un paio di templi nella periferia della cittadina.

Il primo non presenta caratteristiche particolari rispetto a quelli di Kyoto, ma anche stavolta la visita si rivela piacevole e rilassante.

Ecco un tipico sentiero che collega alcuni templi minori situati sul pendio della collina.





In primo piano c'è un big bambù utilizzato per impedire l'accesso ad un antico ponticello in pietra.

Notate le dimensioni, poco a fianco c'era una foresta intera di bambù enormi, molto bella.

Sembrava di essere all'interno del celebre e indimenticato capolavoro cinematografico (che tutti voi ricordate) del maestro Zhang Yimou "La foresta dei pugnali volanti".


Questo invece lo scorcio di un interno, niente di impressive, ma nemmeno blutto.



Prima di pranzo visitiamo un secondo tempio

Eccomi a fianco di una piccola statua del Budda.




E non fate gli sciocchini, il Budda è quello a sinistra.


martedì 13 novembre 2007

Cena Japanese: tofu



In quest'ultimo periodo abbiam sperimentato diverse volte ristoranti japanese.

Devo dire che fino a questo momento ci siam sempre trovati benissimo.

Il piu' delle volte abbiam seguito le indicazioni della guida o il suggerimento di colleghi del posto ma anche quando abbiam scelto per conto nostro siam sempre rimasti soddisfatti.

Venerdi' scorso abbiam provato uno dei ristoranti qui in zona, al 17esimo e ultimo piano di un palazzo nei pressi della stazione di Kokubunji (dove abitiamo).

Il locale è piuttosto elegante, per fortuna non hanno i tradizionali tavoli bassi ma quelli normali e dotati di confortevoli seggiole.

Ecco uno scorcio della sala.





In primo piano a sinistra c'è una piccola salvietta (inumidita e calda) che qui portano al posto del tovagliolo.

Tutto sommato non è nemmeno una cattiva idea.


Al solito non abbiam problemi al momento dell'ordinazione.

La cameriera, in kimono tradizionale rosa, praticamente non parla inglese.

Il menu' è solo in Japponese.

Quindi, scegliamo a caso.

Per fortuna sono presenti menu' completi.

Quello che scelgo io pero' nasconde un insidia: dopo 35 minuti di tentativi disperati della cameriera riusciamo a capire che per uno dei piatti del mio menu' ci sono due opzioni.

Ma non poteva far finta di niente e scegliere lei?!

Anyway, valutiamo le due opzioni.

La prima ci è assolutamente incomprensibile.

La seconda invece, peggio della prima.

Pero' nella descrizione della seconda riusciamo a distinguere la parola "tofu"


Il tofu è un ricavato dal latte di soia: a seconda di come lo si cuoce o filtra assume una diversa consistenza (ma comunque sempre molliccio) e anche un diverso aspetto.

Il sapore pero' rimane sempre lo stesso:

non sa di niente.

(l'avevamo assaggiato a Kyoto)

Subito rispondo alla cameriera scegliendo la prima opzione misteriosa e dichiarando "tofu no".

Mi guarda sconcertata.

Poi farfuglia un "don't like tofu?"

e io le faccio capire non tanto.

Mi guarda sempre piu' sconcertata.


Il ristorante dove siamo finiti è specializzato in Tofu che viene preparato in tutti i modi possibili e immaginabili.
Il ristorante è famoso per come preparano il Tofu.

Niente male come blutta figura.


Ma veniamo alla cena.

Ci portano milioni di portate, tutte molto piccole ma alla fine saremo sazi (anche perchè io, nel dubbio, prima di uscire avevo finito gli spaghetti aglio e olio preparati a pranzo:)

Ecco una foto di alcune delle innumerevoli portate che ci hanno servito.





Cerco di riassumervele.


Nella scatola in legno in basso (fondo rosso) ci sono due pallette di sushi, ossia riso abbinato a una qualche schifezzina a me ignota, cmq buona.

Ai lati un piattino triangolare e una scatoletta cilindrica in legno contenete Tofu e verdure in varie forme.

La cassettiera era spettacolare: dentro ciascun cassetto c'erano composizioni di verdure, pesce e Tofu da vetrina, tutto molto elegante.

Il recipiente metallico al centro contiene, indovinate un po', Tofu!

Tofu allo stato liquido. Sotto il contenitore c'è una piastra che lo scalda (tipo bourguignon)

In questo modo si forma una pellicola di una certa consistenza che va raccolta con i bastoncini (quelli rossi appena a fianco), posta in una ciotola e degustata con l'aggiunta di scorza di limone e salsa di soia (sempre a finaco)

Al momento dell'assaggio, siamo davvero incuriositi.

Ma come previsto, non sa di niente e l'aspetto non è nemmeno dei piu' rassicuranti.

"Molto meglio il nostro TarTofu" dichiara Mirco :)

A proposito, eccolo (a dire il vero un po' perplesso) alle prese con una listella di viscido Tofu.





Alla fine ce la caviamo con circa 45 euro, nemmeno troppo considerando che si trattava di uno dei migliori ristoranti della zona.

E ci siamo proprio tolti la voglia di Tofu, anche se ancora adesso ci chiediamo quando mai ci era venuta.


lunedì 12 novembre 2007

Tokyo - Asakusa



Sabato pomeriggio, la giornatina sotto la pioggia prosegue con una visita ad Asakusa.

Asakusa è un altro quartiere di Tokyo (ricordo comunque che uno di questi 'quartieri' è vasto quanto Pisa e dintorni)

Questo ha la caratteristica di includere un bel tempio buddista, uno dei piu' attivi del mondo e uno degli unici qui a Tokyo.


Per raggiungerlo, si attraversa una via di negozietti per turisti.

A proposito, se siete interessate, questi eleganti modelli (solo sintetico, niente seta) costan around 50 euri.





Il tempio è affollatissimo.

I japponesi arrivano, pregano quattro secondi, gettano qualche yen nella cassetta delle offerte e se ne vanno felici.


Di particolare interesse al tempio una bella pagoda a 5 piani.

Notate pero' quanto sono maniaci con l'orario.

Ci sono orologi in ogni angolo del Japan, tutti che ricevono il segnale orario via radio e per questo perfettamente sincronizzati e precisi.

Sotto un'antica pagoda, davanti ad una tradizionale scultura in pietra, guardate dove hanno piazzato l'ennesimo orologio.

No comment.





Ps: dimenticavo, la settimana scorsa, dando un'occhiata in TV, sono incappato casualemnte nella partita di pallavolo Italia-Japan.

Ho visto il terzo e ultimo set, un secco 3-0 per l'Italia.

Le japponesine alla fine eran un po' tristi (che si dice sabishii)

Guardando poi la classifica del torneo sul sito della Gazzetta ho trovato questo bel filmatino su come trovare gli indirizzi in Japan.

http://mediacenter.gazzetta.it/MediaCenter/action/player?uuid=f26264cc-8bab-11dc-9430-0003ba99c667

Se avete tre minuti, è interessante.

Sayonara!

Tokyo - Akihabara



Venerdi' 9, tarda sera.

Mirco controlla sul web le previsioni del tempo per il sabato.

Incrocia dati da piu' siti, lancia due simulazioni, ma non c'è niente da fare: 100% probabilità pioggia.

A malincuore abbandoniamo l'idea gita-a-Nikko (cittadina spettacolare a nord di Tokyo) e decidiamo, per quanto mi riguarda molto meno a malincuore, di dormire tutta mattina.


Come previsto il sabato diluvia.

Optiamo per un giretto ad Akihabara, quartiere di Tokyo specializzato in elettronica e informatica.

Ci aspettiamo un quartiere super-tecnologico, con grattacieli spettacolari in cui osservare le ultime creazioni informatiche dei progettisti jappi, qualcosa che ci lasci senza fiato dallo stupore.


Ci dirigiamo subito verso il consigliatissimo negozio Laox, l'"affidabile Laox" come lo definisce la mia Lonely.

Chiuso.

Leggiamo un cartello: Laox ha chiuso per fallimento il 20 settembre.

Si insinuano i primi dubbi: e se questo era affidabile..


Ci dirigiamo verso l'altro negozio dichiarato affidabile: Sofmap.

Sofmap è aperto, ma l'impressione non è delle migliori:

un tipo, davanti all'entrata, urla al microfono come fosse Vanna Marchi.





Il negozio ha l'aspetto di un bazar.

Sembrano piu' professionali alla ruota della fortuna alla festa dell'Unità.

Il negozio è un palazzone di 6 piani con pacchi accatastati alla rinfusa, scatole di componenti in ogni angolo, un disordine incredibile.

Prezzi come da noi, ma si trova di tutto,
inclusi PC dall'aspetto sobrio ed elegante.





Fuggiamo da Akihabara, un posto affidabilissimo per.. prender fregature.

venerdì 9 novembre 2007

Matrimoni



E anche la quarta settimana nel paese del sol levante se ne è andata.

Tutto procede sempre nel migliore dei modi, oggi poi son particolarmente contento che ho finalmente trovato una bella palestrina di a.m. :)

In realtà è una bettola tremenda in un prefebbricato marcio dall'unidità, spero non faccia la fine della vecchia palestra pisana a cui era crollato il tetto..


Ho anche trovato un ristorantino japanese che prepara spiedini di carne che son la fine del mondo (e nemeno costosi).

Le porzioni son sempre misere, per cui oggi quando ho ordinato mi han chiesto se stava arrivando anche altra gente:)

Tra l'altro stas ho cenato con a fianco un tipo che poco dopo si è addormentato sulla sua scodella di sakè.

Ma proprio SULLA scodella: quando si è svegliato aveva il segno sulla fronte.


Chiudo con una piccola curiosità.

Forse vi ricordate che avevam fotografato una ragazza in abito da sposa.

Ma sapete dove vengono celebrati i matrimoni qui in Japan?

Ecco la risposta:





Sembra di esser a gardaland, tutto incredibilmente finto, e con appena dietro un grattacielo enorme..

..ma anche questo è Japan.


giovedì 8 novembre 2007

Tokyo Bay (2)



La passeggiata nella zona della Tokyo Bay prosegue con un paio di interessanti visite.

La prima è al centro stile Toyota.

Sono esposti oggetti fortissimi, per esempio ecco una “poltrona con le gambe”.

Cammina, riesce a salire e scendere dalle scale e all’occorrenza ad abbassarsi fino a livello di una seggiola da giardino.




In realtà non la vediamo all’opera, ma ci fidiamo, siamo in Japan.

Sono esposte anche questi:





Non mi sembran l’ideale sotto la pioggia e non credo nemmeno andranno velocissimi, ma da vicino sono assolutamente molto belli.

Dal vivo assistiamo ad una dimostrazione di auto che vanno completamente da sole.

Ma si muovono talmente piano che stavolta ci viene un dubbio: che ci sia un giapponesino che pedala sotto il cofano? ..forse, un obiettore?!


La seconda visita è al museo della scienza e dell’innovazione.

Vediamo esposti i MEMS: per i non addetti, sono degli switch ottici.

Noi ci vantiamo di averli nel nostro lab a Pisa, li usiamo per ricerche avanzatissime..

..e infatti qui li mettono già nei musei.


Vediamo anche questo modello di internet, è spettacolare.

Un sistema complicatissimo per muovere palline colorate che rappresentano pacchetti dati e quei grossi cilindroni che raffigurano i router per smistarli.

Tutto, molto più complicato di internet:)





Proseguiamo la passeggiata e finalmente raggiungiamo la Baia vera.

C’è una bella spiaggietta, l’acqua non so come fanno, ma sembra davvero pulitissima.

Notate, nella foto sotto, il ponte alle mie spalle.
Si chiama Rainbow Bridge.

Vi ricorda qualcosa?
Non a caso poco distante c’è anche una piccola copia (diciamo alta 5 metri) della statua della libertà.

Notate anche il traghetto alla mia sinistra, futuristico persino quello.

Ma è il momento di un bel gelatino..




..che in giapponese si dice ice cremu :)


mercoledì 7 novembre 2007

Tokyo Bay (1)



Domenica 4 novembre, altra splendida giornata di sole.

Ancora provati dal lungo viaggio in treno del giorno precedente, optiamo per un giretto nelle vicinanze.

La scelta cade sulla Tokyo Bay.

La Lonely di Mirco, fresca di stampa, praticamente non la nomina nemmeno.

Ma la mia Lonely, prima edizione, gli dedica una pagina intera.

La descrive come ‘una piacevole alternativa al traffico caotico del centro città’

Ci sorge un dubbio: cosa è successo alla Tokyo Bay? è diventata inguardabile? o forse adesso c’è un Ikea?

Non resta che verificare di persona.


Arriviamo a destinazione verso le 10.30.

Ci guardiamo subito intorno.

Si tratta tutto sommato di una bella zona, tutto nuovo, palazzoni giganti ma anche ampi spazi e soprattutto, grandi aree pedonali senza auto.

Devo dire che la descrizione della mia Lonely si rivela impeccabile:

..più alternativa al traffico di cosi’..





Vorrei tra l’altro farvi notare una cosina: quel passaggio è un ponte pedonale (!).

Insomma, come da noi in Italia.


In lontananza si scorge anche un altro ponte, che potete vedere meglio qui:




Per chi è stato a Parma, è esattamente identico al nuovo Ponte D’Azeglio, costruito a fatica e fra diverse polemiche.


Qui l’han costruito ad uso esclusivo dei pedoni.

Lo scopo primario era scavalcare un’autostrada, ma già che eran nelle spese l’han fatto 4 volte piu’ lungo del necessario.

E il motivo?

Scavalcare, attenzione, un parcheggio.

Sono avanti 500 anni ..forse pure troppi:)


martedì 6 novembre 2007

Treni panoramici



Ieri vi dicevo del trenino per raggiungere la località di mare Shimoda.

Un treno non certo nuovissimo, ma da cui si puo’ ugualmente godere il bel panorama della riviera.

E guardate un po’ questi jappi cosa si inventano per goderselo al meglio?

Poltrone rivolte verso i finestrini!





Ora devo scappare che inizia qui una mini-conferenza su OPS.

Tra l’altro hanno allestito per l’occasione un dimostratore con tanta strumentazione e dispositivi che si rimane a bocca aperta anche quando è tutto spento.

Anche Mirco è stato invitato a parlare, farò il tifo per lui (sempre che i giapponesini che parleranno prima di lui non mi facciano cadere in un profondissimo sonno)


Ps: visto che mi sto divertendo a scrivere CJapan, che ne dite Luc e Piero se per il prossimo anno organizziamo una bella collaborazione anche con altri paesi interessanti in modo che possa scrivere, per esempio..

..CJamaica :)

lunedì 5 novembre 2007

Al mare



Sabato 3 Novembre 07.

Dopo una settimana chiusi in office decidiamo di passare una bella giornata al mare.

Il tempo è ottimo.

Destinazione prescelta: Shimoda, una delle località di mare piu' rinomate nei pressi di Tokyo.

Actually non è proprio dietro l'angolo, si trova a circa 100 km a sud della capitale, nella penisola di Izu (e con quest'ultima info son sicuro l'avrete perfettamente localizzata:).

Il treno per raggiungerla non è pero' l'ormai celebre e superveloce Shinkansen.

Partiamo dalla guest house alle 8 della mattina e arriviamo con comodo a Shimoda ..alle 13.

Sembrava di esser sul trenino delle Cinque Terre, sia per la velocità complessiva che per il bel panorama.


Arrivati al paesello, dobbiamo anche prendere un bus per raggiungere la spiaggia.

Ulisse aveva faticato meno a trovare Itaca.

Chiediamo info in stazione, all'ufficio informazioni, all'autista del bus e anche a due passanti, siamo in una botte di ferro, non possiamo sbagliarci.

E infatti prendiamo quello che va nella direzione opposta.


Per fortuna c'è una spiaggia anche da quelle parti.

E non si presenta affatto male.




In una caletta poco distante vediamo anche un bel gruppetto di surfisti, poco impegnati viste le piccole onde del momento.

Riprendiamo il bus per raggiungere la prima meta che avevamo individuato.

E devo dire che non rimaniamo certo delusi.




Il sole pero' inizia già a tramontare, e ci aspetta il lunghissimo viaggio di ritorno.

Forse non era gita da fare in giornata ma i posti erano davvero incantevoli

..e volete mettere la soddisfazione nel bagnare i piedini nell'Oceano Pacifico?!




domenica 4 novembre 2007

Serata a Tokyo Shinjuku



Venerdi' 2 Novembre, optiamo per una tranquilla serata a Shinjuku, quartierino di Tokyo particolarmente rappresentivo del moderno Japan.

Il 'quartierino' è abitato da circa 300mila persone che comodamente convivono su una superficie equivalente alla palestra di Borgo a Buggiano.

Ci sono grandi grattacieli, centri amministrativi e commerciali.

La stazione è famosa per esser una delle piu' trafficate del mondo: ogni giorno viene calpestata da circa DUE milioni di persone.

Eppure non si direbbe..





Rimediamo solo qualche livido ma ne usciamo indenni, e son trascorsi solo circa quaranta minuti da quando siam scesi dal treno.

Subito lo spettacolo è impressionante.

Siamo circondati da luci al neon ed enormi maxischermi in ogni angolo.

Non so se la foto rende abbastanza, ma vi assicuro che era davvero impressive.




Leggiamo le indicazioni della Lonely alla ricerca di un buon ristorante.

Rimaniamo folgorati (forse piu' io che Mirco) dalla descrizione del 'Daikokuya': pasti all-you-can-eat con carne alla griglia e bevende a volontà a prezzi ragionevolissimi.

Il paradiso.

Iniziamo le ricerche.

Giriamo..
Giriamo..
Giriamo..

Niente, non riusciamo a trovarlo.

Siamo disperati (forse piu' io che Mirco).

Un gentile passante (che incrdibilmente conosce l'inglese) si informa per noi, pare non esista piu'.

Sconforto.

Giampiero, Second, ma quando siete venuti a Tokyo in Luglio, non è che siete andati lì a cena e il vostro all-you-can-eat li ha fatti fallire?!


Ci ridirigiamo verso un ristorantino poco distante, le porzioni erano un po' misere, ma la qualità della carne assolutamente ineguagliabile.

Altri due passi nella bolgia e torniam felici.

Pur non essendo la tipologia di luoghi che preferisco, non posso certo negare sia stata un'esperienza decisamente interessante e ..alternativa.


sabato 3 novembre 2007

Biancaneve



Per oggi solo una piccola curiosità.

Guardate che bella la raffigurazione di Biancaneve.

Ma soprattutto, guardate che belli i sette nani obesi praticanti di sumo :-)